Si valuta la densità del buon EVO facendolo scorrere sopra un cucchiaio. Un buon olio extravergine di oliva ha densità media. Se poco denso, può essere alterato o vecchio.
Come capire se l’olio di oliva è andato a male?
L’odore sgradevole e il sapore simile al grasso di prosciutto andato a male indicano un olio rancido. Questo avviene a causa dell’ossidazione, influenzata dalla maturazione delle olive e dalla modalità di molitura. La struttura chimica cambia, formando composti volatili sgradevoli. Per testare, basta annusare e assaggiare un po’ di olio.
Utilizzo dell’olio di oliva scaduto
Per lucidare i mobili in legno e soprattutto quelli in legno d’ulivo, l’olio scaduto è un’ottima scelta naturale. Se l’olio è scaduto o mal conservato, non va usato per cucinare.
Durata dell’olio dopo la data di scadenza
Un olio fruttato leggero dura circa un anno. I fruttati medi durano due anni. L’olio fruttato intenso, ricco di polifenoli, può durare fino a tre anni. La data di scadenza non è assoluta ma consigliata, e può variare a discrezione del produttore.
Quando è necessario buttare l’olio?
Dopo 12/18 mesi dall’estrazione, l’olio perde le sue caratteristiche. Il filtrato dura almeno 18 mesi, mentre il non filtrato meno. Dopo 3 anni, l’olio non è più consigliabile per uso alimentare.
Durata dell’olio chiuso
Se conservato in contenitori sigillati, l’olio mantiene le sue caratteristiche per più di 15 mesi. Con il tempo, però, perde aroma e sapore. Il contenitore ideale è il vetro scuro, proteggendo l’olio da luce e ossidazione.
Uso dell’olio scaduto
Usare l’olio dopo la scadenza non nuoce, ma perde le sue caratteristiche iniziali. La norma prevede che la data di scadenza sia 18 mesi dall’imbottigliamento. Indicare la campagna olearia aiuta a conoscere il periodo di molitura.